Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

I volontari di Music for Peace bloccati in Sudan

Apr 26, 2023

Music for Peace per molti genovesi è un luogo dove si fa festa. Da tanti anni a giugno, fatta eccezione per lo stop legato al Covid, in uno spazio una volta semi abbandonato e ora ordinato e organizzato, si tiene il “Che Festival”, dodici giorni di eventi culturali, conferenze, presentazioni di libri, cinema, sport, musica e cucina multietnica. Non esiste un biglietto di ingresso. Chi entra porta con sé generi alimentari, farmaci, prodotti per l’igiene personale. Della stessa manifestazione esiste anche una più recente versione natalizia e la modalità è sempre la stessa. Ma Music for Peace non è un’organizzazione di eventi, seppur solidali. Nasce nel 1994, da un’idea di Stefano Rebora. Negli anni l’associazione è cresciuta, ha costruito dal niente la sede sotto l’elicoidale, in zona San Benigno, a San Pier d’Arena e si occupa di riequilibrare le ricchezze, verrebbe da dire. Music for Peace aiuta tutti. Manda containers di generi di prima necessità in quelle parti del mondo che più hanno bisogno, assiste tante famiglie in difficoltà in Italia e all’estero. Si occupa anche di diffondere buone pratiche di solidarietà incontrando i ragazzi nelle scuole. Aiuti concreti non solo nei Paesi più lontani, ma anche in Italia, anche a Genova. “Dalla gente per la gente” è uno dei progetti più importanti e ha come scopo quello di dare un aiuto concreto in Liguria alle famiglie che si trovano in una momentanea quanto improvvisa difficoltà. Poi ci sono i programmi internazionali. Music for Peace interviene sulle comunità che versano in condizioni di povertà. E gli uomini e le donne dell’associazione vanno direttamente anche in quei Paesi colpiti da emergenze umanitarie, guerre, catastrofi naturali. Anche in Sudan, dove avevano già compiuto altri due invii di container da gennaio e dove hanno vissuto una brutta avventura risoltasi solo lo scorso 25 aprile. Due settimane fa la rappresentanza di Music for Peace descriveva Khartoum come una città insolita e amara. Estrema povertà per il Paese e giacimenti petroliferi che portano ricchezza altrove. I volontari genovesi erano arrivati per portare generi di prima necessità, assistenza medica, strumenti paramedici. Già il 14 aprile cominciano i primi scontri che fanno pensare ad una guerra civile tra due fazioni sostenute dalle solite grandi potenze mondiali. Camionette armate, colpi di arma da fuoco, coinvolgimento dell’aviazione. Dal loro ufficio, i volontari di Music for Peace sono testimoni di una situazione tanto terribile da sembrare un film. Nonostante il pericolo, il loro pensiero va ai sudanesi che già prima conducevano una vita al di sotto della soglia minima di povertà. Rimarranno barricati per giorni e giorni fino al 23 aprile, giorno in cui comincia il viaggio verso l’Italia, attraversando in macchina scenari di guerra e check point. Cinque km compiuti in tre ore. Poi l’Ambasciata, l’aeroporto, il viaggio verso Djibouti per poi arrivare a Ciampino e infine a Genova. Era la prima missione di Athos, otto anni, figlio di Valentina Gallo e di Stefano Rebora. Una prova dura per lui che ha stupito tutti registrando un messaggio video pieno di amore nei confronti della popolazione sudanese quando era ancora bloccato con la sua famiglia: “Mia mamma mi ha detto di non guardare dalla finestra, perchè stavano bombardando. Un Paese povero, senza felicità diventa ancora peggio. I bambini raccolgono la plastica per andare a venderla al posto di andare a scuola e questo non è giusto. Noi possiamo aiutare i bambini che stanno là fuori: non hanno soldi, non hanno da mangiare. Noi li aiutiamo raccogliendo la roba per mangiare, per giocare e per scrivere. Non è giusto che loro siano in guerra mentre noi possiamo giocare. Dobbiamo giocare tutti”. Ora tutti i ragazzi di Music for Peace sono a casa, salvi. Ma il loro pensiero va là, ai civili che la guerra non la vogliono, che già erano poveri e lo saranno ancora di più. La raccolta di generi di prima ncessità prevista in occasione di Che Festival 2023 sarà per loro, per il Sudan. E chi lo desidera, può contattare Music fo Peace per dedicare anche poche ore al mese per realizzare il desiderio di Athos.

Marilena Vanni

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