Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

In edicola il ventunesimo libretto della collana San Pê d’Ænn-a

Dic 5, 2023

San Pier d’Arena, già dalla metà del Cinquecento, poteva vantare, lungo un’antica strada non lontano dalla linea di costa, la presenza di una serie di edifici signorili di tale bellezza da conferirle motivo di onorevole lustro: prima come luogo di residenza estiva della ricca nobiltà genovese, poi anche come luogo di rappresentanza di tale importanza da poter ospitare personaggi illustri e sovrani. Altri palazzi e ville erano invece dislocati sulle alture, da cui si poteva godere di un panorama mozzafiato.
Giustamente l’autore Fulvio Majocco, già nel ventesimo libro della collana San Pê d’Ænn-a dedicato alle ville sampierdarenesi, sottolineava come questo momento storico del nostro quartiere potesse essere accostato ad un periodo aureo, una sorta di “Siglo de Oro” in cui, in particolare, si andarono ad affermare componenti artistiche ed architettoniche di indubbio rilievo. In effetti, tale arco di tempo, Cinquecento e Seicento, caratterizzato dall’evoluzione urbanistica e da una evidente “effervescenza culturale”, trovò coinvolta tutta Genova al centro di un processo che avrebbe comportato una importante ricaduta anche sulla nostra San Pier d’Arena.
È in questo periodo che a Genova sono attivi molti artisti di grandi capacità e architetti che come ben descrive Majocco qui ebbero ad esercitare la loro abilità e capacità creativa dando luogo a costruzioni di cui ancora oggi esistono esempi scampati al tempo e delle quali è godibile la bellezza, per quanto offuscata dalla violenza arrecata dalla caotica espansione urbana cominciata dagli anni Settanta circa del XX secolo. Tuttavia, vale la pena di sottolineare – anche perché spesso non viene fatto – che tale bel momento storico portò, al termine del suo percorso, ad un declino inarrestabile della repubblica dei genovesi, travolta da aspetti politici, sociali ed economici che accompagnarono quei decenni. Il finire dell’epoca dei mercatores e il declino delle capacità imprenditoriali, la mancanza di nuovi investimenti causò un vuoto che accompagnò negativamente questa epoca di splendore che, come scrive Simone Frangioni, condusse i genovesi ad essere tra i primi ad intuire il potere mediatico dell’immagine, ma a cospicuo prezzo: terminò una fase storica e se ne aprì una nuova che avrebbe visto Genova e tutto il suo contorno coinvolti nel discorso sabaudo.
La nostra San Pier d’Arena, che visse sempre un po’ di riflesso le conseguenze della storia genovese e delle sue scelte, pur seguendone ancora una volta le sorti, verso la fine del XVIII secolo cominciò un percorso cittadino di trasformazione che l’avrebbe portata ad eccellere non più come zona di villeggiatura ma come luogo di attività industriali ed economiche fino a diventare, come ormai tutti sanno, la Manchester d’Italia. Lo sviluppo che ne seguì portò comunque, dalla seconda metà del XIX secolo, ma soprattutto dalla seconda metà del XX, a una diminuzione degli spazi verdi, a una edificazione indiscriminata e non organica, a una struttura viaria troppo “caricata” dal traffico di veicoli e a una eccessiva cementificazione delle colline. Per fortuna, alcuni di questi antichi edifici, per quanto incastonati in questo ambiente ormai a loro così estraneo, si salvarono seppure con diversa destinazione d’uso come scuole, uffici e abitazioni private o quant’altro. Di molti altri, andati distrutti per varie ragioni, conserviamo memoria attraverso le testimonianze trasmesse dai documenti, dalle memorie storiche che ancora alimentano il racconto dei più anziani – sempre meno – ma soprattutto attraverso le foto che in qualche modo ne hanno immortalato l’esistenza.
Fulvio Majocco, con la chiarezza che lo contraddistingue e che tutti ben conoscono ed apprezzano, ci fornisce con questo ventunesimo libro della collana la seconda parte di un affresco storico delle ville sampierdarenesi che ancora oggi si possono ammirare e di quelle delle quali sono rimaste solo testimonianze storiche e fotografiche.
È la prosecuzione quindi di un viaggio iniziato alcuni mesi fa con l’ultima pubblicazione, nella quale il lettore aveva avuto modo di “visitare” un primo gruppo di edifici essenzialmente focalizzati nella San Pier d’Arena bassa: dalla villa De Franchi Costa per giungere, passando per le famose ville di impostazione alessiana di via Daste, alla villa Doria dell’Istituto delle Madri Franzoniane. Adesso, questa seconda parte che tratta anche di alcune ville più in collina, riprende il cammino da villa Ghiara di via San Bartolomeo del Fossato e giunge a villa Cattaneo Grimaldi in via Bombrini.
Ringraziamo Fulvio Majocco per averci regalato nuove emozioni e importanti pagine da leggere. Concentriamoci su di esse e assaporiamole perché sono la descrizione di un’autentica bellezza, di un’autentica storia che dobbiamo conoscere e amare per trasmetterla, potendo e volendo, alle future generazioni.

Mirco Oriati
Rossana Rizzuto

“Le ville storiche di San Pier d’Arena – seconda parte” di Fulvio Majocco in vendita al Libraccio e nelle edicole di San Pier d’Arena a soli 3 euro.

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