Saremmo contenti se potessimo gioire alla notizia che è stato approntato un traduttore per tradurre in “ligure”. Sarebbe un aiuto che la tecnologia ci offrirebbe per rilanciare il nostro genovese e le parlate di Liguria. Purtroppo per ciò che riguarda il traduttore in ligure proposto da Google, non è così. A parte alcuni errori dovuti alla mancanza di un addestramento completo, vi sono due sciagure che incombono su questo traduttore in “ligure”. Una è l’utilizzo deliberato di parole inventate, mai pronunciate da nessuno: chi ha mai detto satisfaçion per tradurre soddisfazione? E chi usa reçerca, exerçito, ecc.? L’altra è l’utilizzo di una grafia non codificata e non coerente chiamata “grafia tradizionale”, che solo pochi eletti sanno usare perché, al di là del nome, non è spiegato da nessuna parte come si faccia a scrivere utilizzando quella grafia. Ad esempio come si mettono le consonanti doppie? Io proprio non lo so! Ma qui sorge anche un’altra osservazione: chi può pensare che la parola accattâ vada pronunciata con la ‘c’ e la ‘t’ semplici se il traduttore le scrive doppie?
Attenzione quindi: utilizzate pure il traduttore di Google per divertirvi a leggere che belin si traduce campana (provare per credere); fate tutti gli esperimenti che volete, ma abbiate sempre in mente che il ligure generato dal traduttore è lingua mai esistita e mai pronunciata. Per questo ci raccomandiamo calorosamente di NON usare il traduttore di Google e di scoraggiare chiunque voglia utilizzarlo. Se, specie tra chi non sa parlare in genovese, si facesse avanti l’idea di poter utilizzare il traduttore per imparare il genovese, ebbene questa sarebbe la morte definitiva della nostra bellissima lingua ligure! Evitiamo di uccidere le nostre parlate: uccidiamo noi il traduttore di Google, bandendolo dalla nostra vita.
P.S. Rileggendo questo contributo ci è venuto un dubbio. Dato che l’utilizzo del traduttore di Google porterebbe alla morte delle nostre parlate, siamo sicuri che Google possa fare di sua iniziativa un traduttore nella nostra lingua senza consultare i nostri esperti e le nostre istituzioni? Davvero le lingue del mondo sono così esposte alla loro morte, con la scusa di volerle proteggere con un traduttore?
Franco Bampi – presidente de A Compagna
Giorgio Oddone – presidente della Consulta Ligure