Come il Gazzettino rilevò a marzo 2022, nella trasmissione ‘Che Tempo che Fa’ del 6 febbraio di quell’anno per la prima volta un Papa era apparso in un talk show e aveva risposto alle domande come un qualsiasi personaggio pubblico. Tanti i temi affrontati, dai più seri sino a qualche aneddoto di vita. Il momento più umano fu forse quando il conduttore Fabio Fazio gli chiese: “Cosa voleva fare da grande quand’era bambino?”. “Vi dirò una cosa che vi scandalizzerà – rispose Papa Francesco – Il primo lavoro che volevo fare era il macellaio. Quando andavo con la nonna o la mamma a fare la spesa alla feria [in spagnolo, fiera, mercato, n.d.r.] vedevo che il macellaio aveva una busta. E ci metteva tanti soldi. Una volta dissi: ‘Mi piacerebbe fare il macellaio per i soldi che ha!’”. Papa Francesco aggiunse un ironico commento: “Ciò si spiega per la mia radice genovese da parte materna: noi Genovesi siamo… un po’attaccati ai soldi. I Piemontesi anche, ma dissimulano di più…”. Una battuta che gettò luce sulle radici del papa argentino con cognome piemontese. Ma, anche, con immediate ascendenze liguri, come segnalò per primo Martino De Negri, responsabile per l’America Latina dell’Associazione Liguri nel Mondo.
Il quotidiano online ‘FarodiRoma’ riportò una sintesi ragionata delle sue ricerche. Quando, il 13 marzo 2013, Jorge Mario Bergoglio salì al soglio di Pietro, i media riportarono ben presto che la famiglia della madre, Regina Maria Sivori, aveva origini da Santa Giulia, sopra Lavagna, nella città metropolitana di Genova. In realtà, a seguito di migliori studi, il Comune di origine risultò essere Cogorno, sempre nell’Entroterra di Lavagna. Qui il 24 gennaio 1813 nacque, in via delle Chiesa 96, Antonio Sivori (figlio di Francesco e di Maria Pellegrina Cogorno). Sposò Caterina Daneri, nata nella vicina San Salvatore. Ebbero otto figli. “Tra il 1860 e il 1861 tre di loro – Vincenzo Gerolamo, Anna Maria e Luisa Rosa Maria – emigrano in Argentina, a Buenos Aires – riporta il blog – Qui Vincenzo lavora come ebanista e incontra Caterina Sturla, anch’essa emigrata da Cogorno. Si sposano il 29 marzo del 1873. Hanno tre figli: Francisco, nato il 12 marzo 1874, Juan Emilio (1875) e Petrona Maria (1879). Il 4 aprile del 1907, nella parrocchia di San Carlo Borromeo, il primogenito Francisco sposa l’alessandrina Maria Gogna. Maria, che sarà la nonna del Papa, nasce nel 1887, al numero 1 di Teo, una piccola frazione di Cabella Ligure, in alta Val Borbera, e giovanissima si trasferisce a Buenos Aires (in Calle Yapeyù 669) con i genitori Pietro Giovanni e Regina Demergazzo”. Qui si impone una chiosa: Cabella è uno dei Comuni dell’antico Oltregiogo genovese, di lingua ligure, che nel 1859 la ‘legge’ Rattazzi (Regio Decreto n° 3702 del 23 ottobre 1859) forzatamente scorporò dalle circoscrizioni amministrative liguri per annetterli alla provincia di Alessandria. Non pochi di essi, come il principale, Novi, e la stessa Cabella, tuttora mantengono, accanto al proprio nome, l’aggettivo ‘ligure’, pur essendo in Piemonte. In un’intervista alla Stampa del 2014 il Papa ricordava: “Nonna Maria è stata una migrante con la sua famiglia quando aveva 13 anni: subito ha incominciato a lavorare in una casa di francesi, dove si occupava dei bambini, e lì ha imparato la lingua. E poi a noi nipoti cantava tante canzoni francesi”. Regina Maria Sivori (1911-1981), è una dei cinque figli di Maria e Francisco. A 24 anni sposerà Mario Bergoglio. Il 17 dicembre 1936 nascerà il loro primogenito: Jorge Mario. “I documenti conservati a Genova dal Galata Museo del Mare rivelano che il padre del Pontefice, nato a Torino in via Santa Teresa 12 il 2 aprile 1908, – prosegue il blog – salpa da Genova alla volta di Buenos Aires il 31 gennaio 1929 (…) con i genitori Giovanni Angelo e Rosa Margherita Vassallo sul transatlantico Giulio Cesare”. Sbarcheranno a Buenos Aires il 5 febbraio.
Va sottolineato il quadro che emerge dalle ricerche sulla linea paterna del defunto Papa, neanch’essa estranea alla Liguria: papà Mario Bergoglio aveva ascendenze piemontesi (astigiane) da parte di padre, ma liguri da parte di madre. Nonna Rosa (1884-1974), donna di grande temperamento e fede, era nata a Piana Crixia, in Valbormida, in provincia di Savona. Lucia Capuzzi le ha dedicato una biografia. Nell’intervista alla Stampa del 2014 il Papa ricordava: “Nonna Rosa era più riservata. Parlava poco: ha sofferto tanto, ma capiva tutto”. E aggiunse: “Il primo nonno che ho perso è il materno, Francisco, quando io avevo 16 anni. Nonno Giovanni Angelo se n’è andato quando avevo 25 anni. E poi le nonne quando ero già superiore provinciale dei Gesuiti d’Argentina (tra 1973 e 1978). Dei miei nonni e dei ricordi con loro ho nostalgia. Ma la malinconia non mi prende”. In buona sostanza il Papa, oltre ad avere madre e nonno materno con ascendenze dall’Entroterra lavagnese, nell’attuale Città metropolitana di Genova, era cresciuto in una famiglia in cui entrambe le nonne erano nate in Liguria o nell’Oltregiogo genovese.
Non è azzardato pensare che tra loro abbiano parlato i rispettivi idiomi liguri. Peraltro il zenéize nella Buenos Aires dei primi decenni del ’900 era piuttosto diffuso. Nel 1926-27 Govi fece una trionfale tournée di quattro mesi in Sudamerica, recitando le sue più note commedie in zenéize con grande successo, specie a Buenos Aires e a Montevideo. Il genovese a Buenos Aires era parlato soprattutto alla Boca, la più nota colonia portuale di emigrati liguri. I pionieri italiani in questo campo. Già prima del XIX secolo: basti pensare che Manuel Belgrano – il generale e padre della Patria che ideò la bandiera della Repubblica argentina – era nato a Buenos Aires nel 1770 da padre ligure, nativo di Oneglia. A metà ’800 gli abitanti della Boca, detti Xeneizes erano già 12.000 in una città di 100.000 abitanti. Nelle balere boqueñe gestite da Xeneizes nell’800 nacque il tango. Alla Boca nel primo ’900 furono fondate le due squadre calcistiche argentine più note: River Plate e Boca Juniors (i cui tifosi sono ancor oggi detti Xeneizes). Tra 1868 e anni ’50 del ’900 vi fu persino pubblicato un periodico in zenéize: O Balilla. Varie parole zeneixi come bacan, grébano, miscio, passarono allo spagnolo popolare del Cono Sud tramite i gerghi rioplatensi cocoliche e lunfardo. Vari genovesismi si trovano nelle letras de tango, i testi delle canzoni argentine più tipiche. E anche in diffusi modi di dire, come il noto appellativo di Maradona pibe (de oro). Pibe deriva dal genovese pivettu: l’appellativo significa ragazzo d’oro.
Papa Francesco, la cui scomparsa è ora universalmente compianta, sapeva di certo ben di più di quel mondo ‘xeneize’ ormai perduto. Ora purtroppo non c’è più modo di sentirlo raccontare dalla sua viva voce. Le sue radici liguri tuttavia resteranno per sempre impresse sulla sua tomba. Nel suo testamento ha infatti richiesto un sepolcro semplice nella Basilica di Santa Maria Maggiore, con solo il nome Franciscus. Ma, come ha rivelato il Cardinale Makrickas, si è raccomandato che, in memoria dei suoi amati nonni, sia utilizzata la pietra ligure.
Marco Bonetti