Gazzettino Sampierdarenese

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L’editoriale del direttore va in vacanza e torna a fine mese Buona estate al Gazzettino Sampierdarenese e al suo “popolo” nonostante siano più i timori che le speranze

Ago 8, 2015

VACANZEL’editoriale del direttore va in vacanza e tornerà a fine agosto, quando riprenderanno le attività fermate dalla pausa estiva e vacanziera. Una volta spensierata, oggi triste e preoccupata più di ciò che si ritroverà dopo il momento di relax che di godersi i giorni di ferie. Lo scenario resta infatti pesantissimo e difficilissimo, tra situazioni economiche non più sostenibili, un mercato che non esiste ed occupazione, di conseguenza, in calo ed a rischio per chi ha un lavoro. Ormai non c’è più nulla di certo, neppure il posto fisso pubblico o quello in altre aziende di grandi e storiche dimensioni, che passano di mano spesso a stranieri che non hanno molti riguardi verso i dipendenti pur di antica assunzione. E per i lavoratori autonomi va anche peggio. Negozi, botteghe artigianali, libere professioni non solo non rendono più nulla ma stanno divorando i risparmi accumulati in molti anni di lavoro e finiti i quali non resterà che chiedere l’elemosina. Le oasi di benessere sono rarissime e persino i super ricchi stanno drasticamente riducendo il loro tenore di vita anche se resta, almeno per ora, altissimo, visto che costoro (percentuale minimissima) hanno ricchezze enormi, lunghe da spegnere. Resistono i pensionati ma solo se con buone pensioni, non certo da mille euro al mese. Hanno almeno la certezza di un reddito mensile sicuro. Ma ciò significa che il non lavoro rende ormai più del lavoro e questo indice è pessimo per l’economia ed il sociale, che si dimostrano così sotto la tenda d’ossigeno ed evidenzia che la vastità del malessere è tale che potrebbe finire con il travolgere l’intera economia del Paese, con conseguenze sociali inimmaginabili. A settembre temo non cambierà molto e, pur ammettendo che i governi a tutti i livelli iniziano a capire la drammaticità della situazione e cercano di fare qualcosa, o non hanno personalità tali da intraprendere iniziative persino impopolari per ribaltare la situazione, oppure si imbattono nell’assurdità italiana che non governa il Governo ma la burocrazia e un apparato intricato e complesso per cui una legge varata da chi è stato eletto dal popolo e rappresenta la maggioranza degli italiani viene bocciata, bloccata o respinta da istituzioni a vario livello che sanno più di burocrazia e apparato formale che non sostanziale. In questo modo l’Italia è condannata e l’Europa complica ulteriormente le cose applicando norme e leggi che vengono imposte a realtà di Stati diversi per cultura, usi e costumi e modo di vivere e che non possono avere gli stessi criteri. L’impressione è che ci stiamo involvendo in una spirale che ci porterà a schiantarci senza quasi accorgercene e dalla quale non si fa nulla per uscire. La cosiddetta “vite”, situazione di massimo pericolo in un aereo, temo stia avvolgendo la nostra società. Eppure il rimedio ci potrebbe essere, con estremissimo coraggio e zittendo lobby, gruppi di privilegio burocratico e buona parte dei peones politici a tutti i livelli che con giochi, giochini e giochetti, ci mandano in malora per mantenere i loro posti e stipendi, dove evidenziano di non sapere nulla della vita e non avere senso pratico. Mentre il perno dell’economia, il ceto medio produttivo e le piccole attività sono stati demoliti da demagogia, odio sociale, caccia alle streghe. Abbattendo questo si è abbattuto il benessere. Lo abbiamo scritto mole volte: occorre dare massima libertà a chi voglia aprire anche una mini bottega di qualunque cosa, tagliare i costi della politica del 50 per cento almeno, via scorte e maxi pensioni ed emolumenti d’oro con decreti che siano blindati ed inattaccabili da qualunque altra struttura. Via buona parte dell’apparato inutile che gestisce, di fatto, la vita della gente e le dinamiche del lavoro. Poi occorre permettere circolazione del contante no limits e dare massima libertà d’azione a chi investa e crei lavoro ed occupazione e cancellare l’attuale sistema fiscale creandone un altro, snello, facile, non strozzino e che non renda più allo Stato che a chi lavora. Una deregulation totale, quasi leggi da guerra perché in guerra ci siamo, contro la povertà e il disastro economico e stiamo arretrando e perdendo trincee su trincee. Anche se ciò può far trasalire i demagoghi dell’immutabile ed i mantenuti di Stato. E se in tutto ciò qualcuno pensa che sia folle o rivoluzionario, viva la follia e la rivoluzione!
Da parte nostra cercheremo di rinnovarci ed in meglio.
Buone vacanze e buon riposo amatissimo popolo del Gaz…
Dino Frambati
d.frambati@seseditoria.com
precedenti editoriali:
https://www.stedo.ge.it/?p=18999 (La ripresa non c’è)
https://www.stedo.ge.it/?p=18935 (Fate l’amore non la guerra)
https://www.stedo.ge.it/?p=18856 (Mondo meglio di come appare)
https://www.stedo.ge.it/?p=18630 (Brescello, Italia che piace)
https://www.stedo.ge.it/?p=18584 (Italia, Europa)
https://www.stedo.ge.it/?p=18343 (Stipendio del deputato)
https://www.stedo.ge.it/?p=16511 (Peppone e Don Camillo)

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