Gazzettino Sampierdarenese

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Municipio: pace (quasi) fatta in nome della Costituzione nata dalla Resistenza

Gen 22, 2019

Si è svolta oggi la riunione della prima Commissione del Municipio, espressamente convocata dal suo presidente Fabrizio Maranini dietro richiesta pressante delle associazioni antifasciste presenti a San Pier d’Arena e San Teodoro. La motivazione nasceva dalla mancata partecipazione del presidente del Municipio, Renato Falcidia, all’annuale commemorazione dei partigiani Giuseppe Spataro ed Ernesto Jursé che si è tenuta domenica 13 gennaio al Campasso. Erano state le motivazioni addotte da Falcidia a far insorgere l’A.N.P.I. e non solo, in quanto egli si era dichiarato “libero di non partecipare dato che siamo in democrazia” suscitando la reazione di chi gli ha immediatamente ricordato come quella democrazia sia frutto della lotta della Resistenza dal 1943 al 1945. Molto nutrita la partecipazione di associazioni e pubblico alla riunione di commissione, e molti gli interventi, in un clima che inizialmente appariva assai teso. Dopo l’introduzione di Maranini, che ha ricordato come lo stesso Municipio sia un’istituzione che trova fondamento ed origine proprio nei dettami della Costituzione repubblicana, è toccato ai rappresentanti delle varie associazioni esprimere con varie sfumature la propria posizione, che possiamo sostanzialmente riassumere così: la mancata presenza ad una commemorazione che riguarda tutta la cittadinanza costituisce un grave errore del tutto immotivato e non giustificabile da quanto dichiarato da Falcidia. Il presidente è carica istituzionale e come tale è tenuto a presenziare pur non condividendo a pieno l’evento. Nemmeno una delega ad altro consigliere è stata fatta. Tra gli altri interventi quello di Massimo Bisca, presidente provinciale di A.N.P.I., è stato il più accalorato nel sottolineare come le strade di San Pier d’Arena e San Teodoro siano costellate di nomi di partigiani i quali hanno dato la vita, quasi sempre molto giovane, per un ideale di democrazia e di libertà.
Ha preso la parola il presidente Falcidia, il quale ha immediatamente dichiarato come nessun dubbio esista in lui e negli altri consiglieri di maggioranza circa l’importanza della carta fondante della nostra democrazia, nata dalla Resistenza alla fine della “guerra civile”. Ha però sottolineato come la sua scelta fosse derivata da quella che a suo avviso era una strumentalizzazione partitica di un fatto appartenente alla storia di tutti. Sono poi intervenuti alcuni dei presenti a titolo personale, pur facendo parte di varie associazioni, ed hanno ulteriormente ribadito quanto detto in precedenza, aggiungendo l’invito a Falcidia affinché ponga rimedio non appena possibile al “vulnus” arrecato ad una città così importante per la sconfitta della dittatura e del terrore nazifascista.
Certuni hanno precisato che la definizione “guerra civile” è sbagliata, dato che si è trattato e riconosciuto ufficialmente, di “guerra partigiana”, prova ne sia che Genova è medaglia d’oro al valor militare e non civile proprio per aver ottenuto la resa dei nazifascisti prima dell’arrivo degli alleati. Subito dopo sono intervenuti tutti i consiglieri presenti, alcuni dei quali si sono compiaciuti per la risposta di partecipazione alla commissione, segno che il tema trattato riveste grande importanza, ed altri hanno ribadito i concetti fondanti della nostra Repubblica già espressi in precedenza. Il presidente, in fase di replica finale, ha riconfermato quanto detto in esordio circa i valori costituzionali ai quali lui e la sua maggioranza fanno riferimento costante, accettando come gesto conciliatorio di partecipare alle prossime commemorazioni e particolarmente al riposizionamento della corona d’alloro a Spataro e Jursé, già rimossa da qualche sconsiderato. A questo evento così significativo parteciperemo anche noi del Gazzettino e ve ne daremo notizia. La vera nota stonata della serata è stata la totale ed inspiegabile assenza di consiglieri del Movimento 5 Stelle. Un vero peccato, dato che queste cose riguardano anche loro, piaccia o no.

Pietro Pero

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