Martedì 22 ottobre alle 14, nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione in piazza De Ferrari, si è tenuta la conferenza stampa di apertura della diciassettesima edizione del Festival della Scienza, che da giovedì 24 ottobre a domenica 3 novembre riempirà di studiosi, appassionati e curiosi di ogni età una quarantina di sedi grandi e piccine sparse per la città. Questo Festival è ormai un appuntamento fisso tra le manifestazioni cittadine, da più di tre lustri richiama scienziati (315 saranno i relatori) e appassionati da ogni parte d’Italia e del mondo. In un momento storico in cui molti ignoranti (nel senso tecnico del termine: coloro che ignorano. E su uno o l’altro argomento dello scibile umano, ignoranti lo siamo tutti) pontificano con prosopopea su temi scientifici, manifestazioni come il Festival della Scienza genovese sono un fausto evento per chi invece sa di non sapere e volentieri coglie occasioni come questa per apprendere e allargare la propria visione del mondo e della vita.
La conferenza era affollatissima, sia di giornalisti sia di autorevoli conferenzieri: sono intervenuti Marco Pallavicini, Presidente del Festival della Scienza, Ilaria Cavo, Assessore alla Comunicazione, Formazione e Cultura di Regione Liguria, Barbara Grosso, Assessore al Marketing Territoriale, Politiche Culturali e Politiche per i Giovani del Comune di Genova, Roberto Timossi del Comitato di Gestione Compagnia di San Paolo, Alberto Diaspro, Presidente del Consiglio Scientifico del Festival, Fulvia Mangili, Direttore Operativo del Festival, Johan Verboom, Console Generale del Regno dei Paesi Bassi a Milano (i Paesi Bassi sono “Paese ospite” e il Console ha parlato in italiano perché essendo di Rotterdam – città portuale – a Genova si sente a casa) e alcuni rappresentanti degli sponsor, il cui impegno non si limita all’indispensabile contributo economico ma prosegue attivamente in alcuni tra le centinaia di eventi in programma.
Il tema di quest’anno è “Elementi”; partendo da quelli chimici della tavola periodica di Mendeleev, dalla cui stesura ricorrono i 150 anni, il programma del Festival si allarga a quasi tutti i settori della scienza ma, come ha detto l’Assessore Cavo, in realtà è un evento culturale nel senso più ampio del termine, che non si limita alla cosiddetta “hard science” ma spazia in quei settori culturali che il Direttore Mangili ha definito “humanities”, scienze umanistiche quali teatro, musica, arti figurative, gastronomia…
Relatori e scienziati a parte, grande spazio avranno i giovani, non solo come studenti delle scuole (ne arrivano sin dalla Sicilia, si erano prenotati già lo scorso anno) ma come divulgatori, animatori degli eventi, accompagnatori.
Come ha detto il professor Diaspro, “durante il Festival non si tratteranno frottole ma argomenti di scienza solida”, che verrà presentata in maniera chiara e comprensibile affinché “rimanga ben fissata dentro ai neuroni dei visitatori”. Personalmente spero, e sono fiducioso, che succeda veramente così.