Questo non è un sito di cultura musicale, quindi chi legge potrebbe pure chiedersi “ma Paganini cosa c’entra con San Pier d’Arena?”. Ognuno si trovi la risposta che preferisce; io mi rispondo che a SPdA come nel resto di Genova e in tutto il mondo la musica è una delle più eccellenti manifestazioni dell’intelligenza e della cultura umana; in questo periodo di incertezza, talvolta e per taluni di angoscia, in questo lungo periodo che sappiamo tutti quando è iniziato ma solo Dio sa quando finirà, la cultura può essere un’indispensabile “medicina” in grado di curare se non i polmoni, sicuramente l’anima e lo spirito, la cui forza è indispensabile anche per mantenere in forza e in salute il corpo.
Per queste ragioni sono andato oggi a Tursi, dove nel Salone di Rappresentanza è stato presentato il Paganini Genova Festival 2020, quarta edizione di questa stagione dedicata a Niccolò Paganini. Fino al 28 ottobre la città ospiterà 24 eventi (ventiquattro come i Capricci) per l’omaggio al genio del violino tra giornate di studio, visite guidate, conferenze, incontri e concerti.
Tra gli interventi in conferenza stampa mi piace citare Barbara Grosso, Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Genova che ha detto che il “Cannone”, il violino che Paganini lasciò per testamento alla sua città, dovrebbe essere famoso come la Gioconda e dovrebbero esserci file di visitatori in attesa di vederlo.
Ilaria Cavo, Assessore alle Politiche Culturali della Regione Liguria, ha lodato l’attività che il Festival svolge per i giovani musicisti emergenti (concordo sulla lode, i giovani emergenti, in qualsiasi campo professionale emergano, sono preziosissimi per il futuro della nostra città, della nostra terra e ben venga chi li sostiene).
Roberto Iovino, Presidente dell’Associazione Amici di Paganini, ha presentato il Festival, senza nascondere le difficoltà che la situazione sanitaria attuale comporta e rammaricandosi un poco per il fatto che Paganini sembra essere più amato, conosciuto e ammirato all’estero che a casa sua, a Singapore e Shangai più che a Genova. Sarà, ha detto Iovino, un Festival “a tutto tondo”, dove ci sarà spazio per altro oltre la musica – ad esempio la ricetta dei ravioli “alla Paganini” col sugo di carne (un “tuccu”, immagino io) scritta da Paganini medesimo e conservata in non ricordo quale biblioteca degli Stati Uniti d’America.
Non è questo il luogo in cui scendere nei dettagli del programma: per informazioni sugli spettacoli (quasi tutti al Teatro della Gioventù, alcuni al Carlo Felice e altrove), sugli incontri e per le prenotazioni si consulti il sito www.niccolopaganini.it. Mi piace però citare – a mia insindacabile scelta – due eventi particolari: il “Barock’n roll di Tartini & Vivaldi” di sabato 17 ottobre presso la raccolta e poco nota Chiesa di Santa Chiara in San Martino d’Albaro e la musical-conferenza “Gli strumenti di Paganini: cosa hanno di speciale le onde sonore generale da violino e chitarra” di domenica 25 ottobre al Teatro della Gioventù nell’ambito del Festival della Scienza (mirabile e doveroso connubio di cultura umanistica e cultura scientifica).
Sarà possibile seguire le attività e le curiosità del Paganini Genova Festival anche tramite i social dedicati (Facebook e Instagram). Gli eventi saranno anche trasmessi in streaming, sì da poter essere seguiti non solo a Genova ma in tutti i luoghi del mondo dove vivono gli appassionati del grande musicista genovese.
Al Comitato Organizzatore partecipano anche Fondazione Teatro Carlo Felice, Conservatorio Niccolò Paganini e Fondazione Enzo Hruby. Grazie anche alla Fondazione Compagnia di San Paolo per il suo supporto nell’ambito del bando “Performing Arts”.